Aumento dei Prezzi dei Carburanti a Firenze
Negli ultimi giorni, Firenze ha visto un significativo aumento dei prezzi dei carburanti, in particolare della benzina verde, che ha superato i 2 euro al litro per il servizio. Le stazioni di rifornimento della città hanno registrato un incremento di diversi centesimi, creando preoccupazione tra automobilisti e associazioni di categoria.
Prezzi alla Pompa
Secondo i dati recenti, alla pompa dell’Eni in piazza Pier Vettori, il prezzo della benzina verde in modalità self ha raggiunto 1,79 euro al litro. Invece, presso la Esso in piazza Donatello, il prezzo del servito ha oltrepassato la soglia psicologica dei 2 euro, creando un allarme tra i consumatori. Tuttavia, in via Senese, i prezzi risultano più contenuti, con il self a 1,60 euro e il servito a 1,80 euro. Queste fluttuazioni di prezzo evocano i picchi dello scorso anno e indicano un trend preoccupante per il futuro.
Preoccupazioni per Aumenti Futuri
Federico Valacchi, presidente di Faib Confesercenti Firenze, ha espresso preoccupazione per la situazione attuale. Ha sottolineato che la benzina ha già subito un aumento compreso tra i 3 e i 6 centesimi al litro, e l’aggravarsi del conflitto in Medio Oriente potrebbe portare a ulteriori e significativi rialzi. La maggior parte del carburante utilizzato in Italia proviene da Paesi come il Kuwait; pertanto, eventuali tensioni geopolitiche potrebbero avere un impatto diretto sul mercato.
Il contesto internazionale è teso a causa del conflitto tra Iran e Israele, che ha coinvolto anche gli Stati Uniti. Questa instabilità si riflette immediatamente sui prezzi dei carburanti, con il costo medio della benzina verde self nella regione che ha superato 1,7 euro al litro e il gasolio che si attesta quasi a 1,68 euro. I valori alla pompa hanno quindi raggiunto livelli simili a quelli di inizio primavera e si prevede che possano ulteriormente aumentare nei prossimi giorni, nonostante un recente calo del Brent a New York.
Rincari Sulle Autostrade
Sulle autostrade, i rincari sono ancora più evidenti, con la benzina servita che ha superato i 2,1 euro al litro in molti impianti, e in alcuni casi addirittura raggiunto i 2,38 euro. Secondo l’Unione Nazionale Consumatori, in appena una settimana, il prezzo della benzina è aumentato in media di 4 centesimi al litro, con un incremento di oltre 6 centesimi per il gasolio. Questi aumenti si traducono in un aggravio di circa 2 euro a pieno per la benzina e 3 euro per il gasolio.
Le associazioni dei consumatori avvertono che la situazione potrebbe diventare ancora più difficile per automobilisti e trasportatori nei prossimi giorni. Codacons e Assoutenti hanno anche denunciato il rischio di fenomeni speculativi, sostenendo che il conflitto in Iran, simile a quello in Ucraina, viene utilizzato come giustificazione per aumentare i prezzi. Senza reali impedimenti alla produzione o al transito delle forniture, esiste il rischio di un effetto domino che impatterà negativamente sulle tasche degli italiani.
Impatto del Conflitto e Previsioni Future
Il passaggio dello Stretto di Hormuz è un nodo strategico, dal quale transita quasi il 30% del greggio mondiale. Gli analisti avvertono che in caso di chiusura o blocco della navigazione, il costo del petrolio potrebbe superare i 100 dollari al barile. Questo scenario porterebbe la benzina in Italia a costare mediamente oltre 2 euro al litro, con un aumento di 16,7 euro a pieno, e il gasolio a quasi 1,95 euro, con un incremento di 18,4 euro a rifornimento. Su base annua, l’aggravio per ogni automobilista sarebbe superiore ai 400 euro.
Inoltre, è importante considerare l’impatto di questi aumenti sui prezzi dei beni di consumo, in particolare quelli trasportati su strada. Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti, ha affermato che un aumento medio dello 0,5% sui generi alimentari potrebbe comportare un aggravio di 800 milioni di euro sulla spesa delle famiglie italiane. La situazione attuale solleva dunque interrogativi non solo sui costi per gli automobilisti, ma anche sull’economia delle famiglie in generale.
