Una Tragedia e l’Odio sui Social
Il 25 giugno 2025, Bologna è stata teatro di una vicenda che ha suscitato indignazione e tristezza. La scomparsa prematura di Gabriele Molteni, un medico di 45 anni specializzato in Otorinolaringoiatria presso il Policlinico Sant’Orsola Malpighi, ha scatenato una reazione devastante tra alcuni utenti dei social media, in particolare su Facebook. Molteni è deceduto a causa di un tumore che lo ha colpito in modo aggressivo in un breve lasso di tempo.
Reazioni Ingiustificabili
Nelle prime ore dopo la diffusione della notizia, una parte della comunità No-Vax ha iniziato a commentare in modo vergognoso e irrispettoso sulla pagina Facebook chiamata ‘Libertatem Servare’. I commenti espressi hanno superato ogni limite di decenza, con affermazioni che negavano la dignità del medico e la gravità della sua situazione. Una delle frasi più shockanti è stata: “Possiamo dirlo che della morte di Gabriele Molteni non ce ne frega nulla? Che esca di scena un odiatore seriale, un medico che pensa di disporre della vita e del corpo degli altri, non può che far bene al mondo intero.”
In un contesto già difficile, queste parole hanno amplificato il dolore della perdita e dimostrato quanto possa essere tossica la cultura dell’odio online. Altri commenti hanno continuato su questa linea, asserendo che “il karma lo ha aspettato e lo ha travolto a 45 anni” o insultando il medico in toni sprezzanti. Queste manifestazioni di odio non solo feriscono la memoria di un professionista, ma rivelano anche il lato più oscuro della comunicazione sui social media.
La Storia di Gabriele Molteni
Per comprendere l’intensità delle reazioni contro Molteni, è necessario fare un passo indietro nel tempo. La controversia era iniziata nel dicembre 2020, quando il medico pubblicò un post sulla sua pagina Facebook in occasione dell’avvio della campagna di vaccinazione contro il Covid-19. In quel messaggio, Molteni sottolineava l’importanza del vaccino, affermando che era l’unica arma disponibile contro la pandemia, avvertendo che chi rifiutava di vaccinarsi rappresentava un potenziale rischio per la salute altrui.
Le sue parole, dirette e basate su dati scientifici, avevano attirato l’ira di coloro che si opponevano alla vaccinazione. Nonostante gli sforzi del medico di comunicare la necessità della salute pubblica, la sua posizione lo aveva reso un bersaglio per i No-Vax, che ora, dopo la sua morte, hanno scelto di infangare la sua memoria.
Un Settore Sanitario Unito
La notizia della scomparsa di Molteni ha scosso non solo la sua famiglia, composta da una moglie e un figlio, ma anche l’intero settore sanitario dell’Emilia-Romagna e oltre. Molteni era un professionista stimato, allievo del professor Livio Presutti, che gli aveva passato il testimone due anni fa al momento della sua pensione. La comunità medica ha espresso il proprio cordoglio e ha dimostrato solidarietà nei confronti della famiglia del medico, sottolineando l’importanza del suo lavoro e il vuoto che la sua morte ha lasciato.
Possibili Conseguenze Legali
Dopo gli attacchi violenti e inaccettabili che sono emersi sui social media, ci si chiede ora se ci saranno azioni legali contro gli autori di tali commenti. Le forze dell’ordine stanno già esaminando gli screenshot dei messaggi offensivi, e si sta valutando la possibilità di intraprendere un’azione legale contro coloro che hanno partecipato a questa campagna di odio. È fondamentale che venga mantenuta la responsabilità per le azioni condotte online, affinché situazioni come questa non si ripetano in futuro.
In conclusione, la storia di Gabriele Molteni è un tragico esempio di come l’odio possa manifestarsi in forme distruttive, specialmente nei tempi moderni, quando il mondo virtuale può amplificare le voci più negative. La sua memoria merita rispetto e riconoscimento per il suo contributo alla salute pubblica, piuttosto che essere oggetto di scherno o disprezzo.
